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giovedì 21 agosto 2014

Corriere Fiorentino L'articolo.

Non ci posso credere! Mi hanno messo anche sul giornale!
Leggete un po'..


CORRIERE DELLA SERA

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FIRENZE TALENTI . Barbara, cuoca a domicilio insegna i rudimenti della cucina, l’abc della ribollita o della bistecca alla fiorentina

Sono in tanti a sognare un cuoco a domicilio. Non tanto qualcuno che cucini «al posto di», ma piuttosto qualcuno che insegni i rudimenti della cucina, l’abc della ribollita o della bistecca alla fiorentina, per evitare di preparare «mappazzoni» insipidi o indigeribili. Insomma, qualcuno che insegni finalmente a fare bella figura col proprio stomaco e con quello degli ospiti a tavola.
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FIRENZE Barbara, cuoca a domicilio

IL TALENTO PER LA CUCINA - A chi cerca questo «qualcuno» può esser fatto il nome di Barbara Quinto, quarantaduenne nata a Firenze da genitori lucani che ha coltivato la sua passione e il suo talento per la cucina – in particolar modo quella della sua terra natia, la Toscana – prima tra le pareti di casa e i banchi dell’istituto alberghiero poi tra ristoranti e agriturismi. Quattro anni fa, dopo anni di lavoro dipendente, ha dato una svolta alla sua vita: «Sono rimasta incinta e per questo mi è stato dato il benservito dall’attività per cui lavoravo. Ma non mi sono persa d’animo. Avevo questo progetto in mente e l’ho presentato al Vivaio di Imprese di Firenze, arrivando in fondo a un processo di selezione e vincendo l’opportunità di avviare la mia impresa con il loro sostegno giuridico e finanziario».

IL SUO PROGETTO - Il progetto era, ed è, quello di offrire servizi di personal chef e lezioni di cucina a domicilio, promossi tramite la sua pagina Facebook e il sito Internet www.salviaeramerino.com. Un’idea che ha raccolto fin da subito successo: «Vado ovunque mi chiamino. Per ora sono sempre rimasta entro i confini della regione». I piatti più richiesti? «Quelli della cucina toscana, soprattutto dagli stranieri. Gli italiani vogliono imparare piatti più elaborati o stravaganti». Tra i suoi allievi ci sono anche bambini: «Sì, è una cosa curiosa, sono in parecchi». Probabilmente spinti da genitori speranzosi di crescere piccoli chef che più «a domicilio» di così non si può.

Irene Roberti Vittory

16 agosto 2014 18:16

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